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mercoledì, aprile 20, 2005

Cos'è il COBAT?


COS'È IL COBAT?

1. Natura giuridica del Cobat

Il Cobat, Consorzio Obbligatorio per la raccolta e il riciclaggio delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi, è stato istituito con l'articolo 9 quinquies del D.I. 9 settembre 1998 n. 397 convertito della legge 9 novembre 1988 n. 475, modificato dall'art. 15 della L. 39/02, ed il suo Statuto approvato con Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 16 maggio 1990 e recentemente modificato con decreto 2 febbraio 2004. Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato.

Secondo il dettato di legge, il Cobat ha il compito di assicurare la raccolta delle batterie esauste e dei rifiuti piombosi ed organizzarne lo stoccaggio, quindi cedere i prodotti stessi alle imprese che ne effettuano il recupero tramite riciclaggio, nonché il compito di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializzazione e riciclaggio di batterie esauste e rifiuti piombosi che emergono sul territorio italiano.

Il Consorzio è un ente senza fini di lucro, al quale partecipano tutti gli operatori del settore batterie al piombo, dai produttori ed importatori alle associazioni degli artigiani che ne effettuano l'installazione, dai raccoglitori ai riciclatori.

Pur essendo composto da soci privati, il Cobat svolge un rilevante compito di natura pubblica, certificato dalla presenza di rappresentanti del Ministero dell'Ambiente e del Ministero delle Attività Produttive sia nel Consiglio d'Amministrazione che nel Collegio dei Revisori.

In sostanza, l'organismo consortile adottato in Italia realizza la fusione pubblico-privato lasciando al primo la funzione di indirizzo e controllo e al secondo la responsabilità gestionale.


2. Come si finanzia il Consorzio

Il finanziamento delle attività consortili avviene attraverso:

a) i proventi del sovrapprezzo di vendita applicato sulle batterie nuove immesse in commercio, determinato con Decreto del Ministero dell'Ambiente e del Ministero delle Attività Produttive e versato al Cobat dai produttori e importatori di batterie;
b) i proventi della cessione delle batterie esauste alle imprese di riciclaggio.

Il sovrapprezzo rappresenta lo “strumento economico” indicato dalla Direttiva C.E.E. 157/91 relativa alla raccolta e riciclaggio degli accumulatori esausti, che ha consentito di trasformare un'attività di business in un'attività di servizio. Esso garantisce che la raccolta ed il recupero siano svolte anche per quantità residuali e in qualsiasi condizione di mercato. La sua applicazione, infatti, consente di sganciare l'attività di raccolta delle batterie dalla quotazione del prezzo del piombo sul mercato internazionale.


3. La raccolta delle batterie esauste in Italia

Il Cobat garantisce la raccolta delle batterie esauste sull'intero territorio nazionale, anche per quantità residuali o nei periodi di depressione del valore del piombo (quando un'attività commerciale nel settore non risulta conveniente), con soggetti incaricati. La rete attualmente operante prevede 90 raccoglitori incaricati, che sono dotati di mezzi e strutture dimensionate alle esigenze delle diverse realtà territoriali.

La legge comunitaria del 2001, approvata il 20 febbraio 2002, recependo le determinazioni del Consorzio, all'articolo 15 ha modificato la legge istitutiva del Cobat, stabilendo che tutte le imprese autorizzate in base alla normativa vigente possono esercitare le attività di raccolta delle batterie esauste e rifiuti piombosi e cedere tali rifiuti ad imprese di ogni Stato Membro della Comunità Europea.

“Chiunque detiene batterie al piombo esauste o rifiuti piombosi è obbligato al loro conferimento al Consorzio, direttamente o mediante consegna a soggetti incaricati del Consorzio o autorizzati, in base alla normativa vigente, a esercitare le attività di gestione di tali rifiuti. L'obbligo di conferimento non esclude la facoltà per il detentore di cedere le batterie esauste ed i rifiuti piombosi ad imprese di altro Stato Membro della Comunità europea” (art.9 quinquies, c.6, così come modificato dalla legge 1 marzo 2002 n.39).

Dall'entrata in vigore della legge, i soggetti non incaricati dal Consorzio che effettuano attività di raccolta di batterie esauste o di rifiuti piombosi, dovranno, in ogni caso, trasmettere una copia del MUD al Cobat, contenente tutte le informazioni relative alle batterie raccolte ed avviate al recupero.

La L. 39/02, dunque, riconoscendo appieno le finalità di salvaguardia ambientale che hanno ispirato l'istituzione del Cobat, affida al Consorzio, oltre al compito istituzionale di assicurare comunque la raccolta in ogni situazione di mercato, il compito di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializzazione e riciclaggio di batterie esauste e rifiuti piombosi che emergono sul territorio italiano, con il fine di garantire che tutto il ciclo della batteria al piombo acido avvenga nel pieno rispetto dell'ambiente e della salute pubblica.


4. I dati sull'attività del Consorzio

Dal 1992, primo anno della sua effettiva operatività, ad oggi il Cobat ha raccolto e avviato al recupero i seguenti oltre 2,5 milioni di tonnellate di batterie al piombo esauste.

Attualmente, il Cobat opera con un tasso di recupero sulle batterie esauste prossimo alla totalità rispetto all'immesso al consumo e, dopo 14 anni di piena attività ha recuperato oltre 2 milioni di tonnellate di batterie al piombo esauste.

Tale quantità è pari a 181 milioni di pezzi, che, se messi in fila uno dietro l'altro, coprirebbero la distanza di 40 mila Km, ossia il giro del mondo passando per l'equatore!

Il sistema informativo, denominato WINDecobat, ha favorito un migliore governo della rete di raccolta indirizzando in tempi più solleciti le attività del Cobat verso aree territoriali e settori merceologici di maggiore criticità operativa. Ne sono derivati sensibili incrementi nella micro-raccolta, e iniziative consortili mirate in ambito nautico, agricolo, urbano e della grande distribuzione organizzata.


5. Vantaggi ambientali ed economici derivanti dal sistema Cobat

Oggi, grazie al modello Cobat, le batterie esauste arrivano agli impianti di recupero con tutto l'elettrolita (acido solforico diluito) che viene sottoposto a processi di neutralizzazione; ciò consente di ridurre sensibilmente l'inquinamento connesso alla dispersione di un rifiuto molto aggressivo che normalmente contiene disciolti metalli tossici. Si calcola che, dall'inizio della sua attività, il Cobat ha sottratto allo sversamento nell'ambiente circa 360 milioni di litri di acido solforico diluito.

Inoltre, il metallo piombo recuperato dal riciclaggio delle batterie rappresenta oltre il 50% della produzione italiana di piombo nonché circa il 40% del fabbisogno nazionale di tale metallo.

Poiché l'Italia è un Paese importatore di piombo, la riduzione dei volumi da importare contribuisce notevolmente alla bilancia dei pagamenti nazionale.

Il piombo “secondario” è identico a quello estratto dal minerale, è riutilizzabile all'infinito ed ha anche la caratteristica di comportare per la sua lavorazione un risparmio energetico pari al 66% rispetto al piombo “primario”.


6. Il primato mondiale del Cobat: più raccolta, meno oneri

Oggi, grazie al Cobat, l'Italia è leader mondiale nel recupero di rifiuti pericolosi come le batterie al piombo esauste. Il Consorzio Italiano, infatti, vanta i seguenti primati:

a) un alto tasso di raccolta sulle batterie d'avviamento, superiore al 96% sull'immesso al consumo (risultato pressoché pari solo a 3 Paesi, di grandi tradizioni ecologiche, come Danimarca, Norvegia, e Svezia);
b) ingenti quantità assolute di batterie recuperate: nel 2004 sono state recuperate più di 191.000 tonnellate di batterie esauste;
c) elevata raccolta procapite: superiore ai 3,4 kg/abitante nel 2004.

Con il Cobat, l'Italia primeggia a livello internazionale non solo per quanto riguarda la raccolta del rifiuto batteria ma anche per i bassi costi applicati per effettuarne il recupero. In Italia, infatti, vige:

d) il più basso sovrapprezzo sulla vendita delle batterie nuove: solo 83 centesimi di euro per una batteria d'avviamento per automobile (ossia con capacità (C) da 20 - 70 Ah).

Viceversa, Paesi quali la Francia e Germania non hanno ancora emanato una legge specifica in osservanza alla Direttiva C.E.E. 157/91 ed adottano un sistema composto da grandi operatori con connotazioni fortemente commerciali, a detrimento degli obiettivi di raccolta.

Solo nel 1998 in Germania è stata emanata una ordinanza che istituisce una cauzione per tutte le batterie comprate senza la restituzione di quelle esauste. Gli unici esempi concreti provengono dalla Svezia, Danimarca, Austria, oltre all'Italia naturalmente, e dalla Norvegia, Paesi che adottano sistemi consortili simili al Cobat.


7. Conclusioni

Con la ridefinizione dell'intero sistema dei rifiuti in Italia operata dal Decreto Ronchi, il Cobat può a pieno titolo essere considerato come un precursore della gestione integrata di rifiuti pericolosi, nonché la vera soluzione al problema del recupero delle batterie al piombo esauste, considerando le alte percentuali di recupero ed i bassi costi a carico della collettività per la salvaguardia dell'ambiente naturale.

I risultati sinora conseguiti sono stati estremamente positivi per il Consorzio, che ha saputo cambiare nel tempo per adattarsi alle realtà di mercato. Il merito del Cobat è un successo dell'opera del governo Italiano, ma soprattutto degli imprenditori grandi e piccoli che spesso hanno saputo rinunciare agli egoismi d'impresa per l'interesse economico e ambientale del Paese.

Per informazioni: HILL & KNOWLTON GAIA Public Relations o Social and Environmental Communication
dott. Andrea Pietrarota Tel. 06-4404627 Fax 06-4404604 Cell.: 335-5640825 E-mail: pietrarotaa@hkgaia.com
N° Verde Cobat 800-869120 Internet: www.cobat.it E-mail: comunicazione@cobat.it

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