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mercoledì, aprile 20, 2005

L'AZIONE DEL COBAT A DIFESA DEL MARE


La tutela dell'ecosistema marino

Da sempre, il Cobat dedica un'attenzione particolare alla tutela degli approdi turistici e, più in generale, dei nostri mari, ed è attivo sul fronte della sensibilizzazione dei cittadini e degli operatori della nautica verso il problema della dispersione in mare del rifiuto batteria. Le batterie utilizzate dai natanti per l'avviamento dei motori, una volta esauste, se eliminate in modo scorretto, si trasformano in potenti agenti d'inquinamento: per via dell'elevato contenuto di sostanze tossiche e aggressive, quali il piombo e acido solforico, possono provocare gravi danni all'ambiente e alla salute dell'uomo. Raccolte con cura, invece, non inquinano e, attraverso il riciclo, forniscono un contributo positivo alla bilancia dei pagamenti del nostro Paese, consentendo di risparmiare sulle importazioni di piombo.

Le campagne di comunicazione

Per evitarne la dispersione, le iniziative del Cobat mirano ad informare sui danni ambientali causati dall'abbandono sconsiderato degli accumulatori esausti. Per questo il Consorzio collabora da anni in svariate iniziative, tra le quali la più importante è sicuramente quella delle “Bandiere Blu”, rilasciate dalla Fondazione Internazionale per l'Educazione Ambientale (FEE) ai comuni rivieraschi che rispondono a specifici criteri turistico-ambientali.

Le isole ecologiche

Per favorire la raccolta delle batterie esauste, il Cobat collabora con le Autorità Marittime e le Autorità Portuali per attivare un servizio di raccolta e di ritiro delle batterie esauste mediante l'installazione di isole ecologiche, ossia strutture attrezzate con appositi contenitori per offrire agli utenti della nautica l'opportunità di conferire le batterie esauste provenienti dai propri natanti senza alcuna incombenza.
Ad oggi sono già operative 59 le isole ecologiche installate in 31 porti italiani, quali: Ancona; Viareggio (LU); Pescara; Castellammare di Stabia e Torre del Greco (NA); La Spezia; Trieste; Cagliari, Olbia, La Maddalena, Golfo Aranci, Palau e Santa Teresa di Gallura (SS); Savona; Trapani; Riposto (CT); Porto Empedocle (AG); Taranto; Marina di Carrara (MS); San Benedetto del Tronto (AP), Porto Viro (RO), Manfredonia (FG); Trani, Barletta e Mola di Bari (BA); Castiglione della Pescaia (GR); Sperlonga, Terracina e Gaeta (LT), Maratea (PZ), Venezia.
E attualmente sono in trattativa numerosi altri porti di interesse sia commerciale che turistico come Pesaro, Siracusa, Formia (NA), Rimini, Bari, ecc
Con il progetto “L'Isola nel Porto”, coerente con gli adempimenti previsti dalla normativa vigente che affida alle Autorità Marittime e alle Autorità Portuali precise responsabilità in materia di rifiuti, il Consorzio intende dunque tutelare i porti dalla dispersione delle batterie esauste. I risultati finora ottenuti sono veramente positivi, a dimostrazione del fatto che laddove esistono strutture dedicate la risposta degli utenti non si fa attendere.




Per informazioni: HILL & KNOWLTON GAIA Public Relations o Social and Environmental Communication
dott. Andrea Pietrarota Tel. 06-4404627 Fax 06-4404604 Cell.: 335-5640825 E-mail: pietrarotaa@hkgaia.com
N° Verde Cobat 800-869120 Internet: www.cobat.it E-mail: comunicazione@cobat.it


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L'ISOLA NEL PORTO: UN PROGETTO IN DIFESA DEI NOSTRI MARI


L'Isola nel porto. Un progetto comune in difesa dell'ecosistema marino

Il progetto “L'isola nel Porto”, realizzato dal COBAT e dal Consorzio degli Oli Usati, è stato inaugurato ad Ancona nell'aprile del 1999, con l'obiettivo di fornire agli utenti della nautica, strutture funzionali e opportunamente collocate in punti strategici per agevolare il conferimento di rifiuti altamente inquinanti costituiti da batterie esauste, oli usati e filtri olio. L'iniziativa ha avuto un tale successo che ora è considerata da altri porti italiani come un esempio da seguire. Con l'ultimo porto inaugurato a Venezia salgono così a 59 le isole ecologiche installate in 31 porti italiani, quali:
Ancona; Viareggio (Lu); Pescara; Castellammare di Stabia e Torre del Greco (Na); La Spezia; Trieste; Cagliari, Olbia, La Maddalena, Golfo Aranci, Palau e Santa Teresa di Gallura (Ss); Savona; Trapani; Riposto (Ct); Porto Empedocle (Ag); Taranto; Marina di Carrara (Ms); San Benedetto del Tronto (Ap), Porto Viro (Ro), Manfredonia (Fg); Trani, Barletta e Mola di Bari (Ba); Castiglione della Pescaia (Gr); Sperlonga, Terracina e Gaeta (Lt), Maratea (Pz)
E attualmente sono in trattativa numerosi altri porti di interesse sia commerciale che turistico come Pesaro, Siracusa, Formia (Na), Rimini, Bari, ecc

Grazie all'iniziativa delle “Isole nel Porto”, nel solo 2003 nei porti attivati sono stati recuperati oltre 136.500 kg di batterie esauste.


Per informazioni: HILL & KNOWLTON GAIA Public Relations o Social and Environmental Communication
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IL PROCESSO DI RICICLAGGIO DELLE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE


IL PROCESSO DI RICICLAGGIO DELLE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE

Lo smaltimento metallurgico delle batterie al piombo esauste mediante il recupero del metallo in esso contenuto presenta notevoli vantaggi per la collettività, sia in termini economici che ambientali. Se non fosse possibile il riciclo, infatti, lo smaltimento delle batterie potrebbe avvenire solo con l'abbancamento in discariche idonee a ricevere rifiuti tossico-nocivi.

Quest'ultima soluzione risulterebbe oltremodo onerosa sia per gli eccessivi costi della discarica sia per il mancato recupero e valorizzazione del metallo piombo (Pb) e di alcune componenti plastiche, oltreché dannosa per l'ambiente.

A tale scopo basti pensare che il metallo riciclato dalle batterie esauste rappresenta oltre il 50% della produzione italiana di piombo nonché circa il 40% del fabbisogno nazionale di tale metallo. Tale produzione secondaria, con un risparmio stimato nell'ordine del 66%, richiede altresì minore energia rispetto a quella necessaria per la lavorazione del minerale.


1. Gli impianti di riciclaggio

Sono sei gli impianti consorziati del Cobat in Italia che effettuano il riciclaggio delle batterie per una capacità installata di 442.000 ton/anno, addirittura superiore rispetto ai volumi provenienti
dalla raccolta. Tali impianti sono situati in Lombardia, in Campania, in Calabria e in Sicilia:

ECO-BAT S.p.A. - Paderno Dugnano (MI)
PIOMBOLEGHE S.r.l. - Brugherio (MI)
PIOMBIFERA BRESCIANA S.p.A. - Maclodio (BS)
ECO-BAT S.p.A. - Marcianise (CE)
ME.CA. S.r.l. - Lamezia Terme (CZ)
E.S.I. S.p.A. - Pace del Mela (ME)



2.1 Il processo di recupero: la frantumazione delle batterie

Gli impianti consorziati utilizzano un processo che prevede, anzitutto, la fase di frantumazione delle batterie, successivamente dall'area di stoccaggio le batterie vengono caricate in una tramoggia e tramite nastri trasportatori, sono inviate alla sezione frantumazione composta da mulini a martelli.

Il prodotto frantumato con pezzatura calibrata viene trasferito ad un sistema vagliante a umido dove avviene la separazione accurata della parte metallica fine, dal mix di griglie metalliche e dalle materie plastiche.

La parte metallica fine (detta “pastello”) viene trasferita ad un filtro-pressa. Il mix di griglie metalliche e materie plastiche viene avviato, mediante nastri, al separatore idrodinamico in controcorrente che, sfruttando la differenza di densità dei vari componenti frantumati, separa le componenti plastiche da quelle metalliche.

In questa fase viene anche liberata la parte liquida della batteria (soluzione acquosa di acido solforico) che viene inviata all'impianto di neutralizzazione.

In questo impianto avviene l'inertizzazione dell'acido con calce idrata e con agenti flocculanti che consentono la decantazione dei solidi disciolti ed il raggiungimento della neutralizzazione del liquido ai valori fissati dalla normativa sugli effluenti.


2.2 Il processo di recupero: la fusione

La fusione del pastello avviene alla temperatura di circa 800° - 1.000° C in forni rotativi a fiamma diretta alimentati a metano e ossigeno.

Impianti di captazione e abbattimento delle polveri a valle con filtri a maniche consentono un controllo in continuo delle emissioni in atmosfera, nel rispetto dei criteri imposti per legge.

Nei forni avviene la riduzione del materiale da solfato e ossido di piombo a piombo metallo attraverso l'aggiunta di appositi reagenti tra cui il ferro. Tale “piombo d'opera”. viene successivamente inviato alla raffinazione - alligazione per ottenere piombo raffinato o leghe per vari utilizzi.


2.3 Il processo di recupero: la raffinazione del prodotto

Il piombo d'opera, in blocchi o allo stato liquido, proveniente dalla fonderia viene immesso in caldaie, dove subisce trattamenti diversi a seconda del prodotto finale che si vuole ottenere.

A solo titolo di esempio, per ottenere piombo raffinato al 99,97%, si può procedere ad una decuprazione (eliminazione del rame), quindi ad una destagnazione (eliminazione dello stagno) e ad una successiva depurazione dell'antimonio. Per la produzione di leghe di piombo si procede con l'aggiunta dei metalli alliganti necessari. Il processo di raffinazione avviene a temperature oscillanti tra i 350° ed i 500° C.


3. Utilizzo del piombo secondario

Il piombo ottenuto dal processo di riciclaggio ha gli stessi utilizzi del piombo ottenuto da minerale in quanto ha le stesse caratteristiche fisico-chimiche e grado di raffinazione.
Il mercato è internazionale e le quotazioni sono determinate al London Metal Exchange.

Il consumo nazionale di piombo si attesta intorno alle 280.000 t/a di cui oltre 200.000 t/a prodotte in Italia.

Di queste oltre 100.000 t/a sono di piombo ottenuto dal riciclaggio delle batterie esauste.
Gli utilizzi si articolano come segue:

Il piombo viene quindi reimmesso nella ciclo industriale per trovare impiego soprattutto nella produzione proprio di di nuovi accumulatori, ma anche per il rivestimento di cavi di trasporto d'energia, nell'industria chimica, in quella delle ceramiche, nonché per la produzione di apparecchiature radiologiche e lastre e tubi per l'edilizia.


Per informazioni: HILL & KNOWLTON GAIA Public Relations o Social and Environmental Communication
dott. Andrea Pietrarota Tel. 06-4404627 Fax 06-4404604 Cell.: 335-5640825 E-mail: pietrarotaa@hkgaia.com
N° Verde Cobat 800-869120 Internet: www.cobat.it E-mail: info@cobat.it

Cos'è il COBAT?


COS'È IL COBAT?

1. Natura giuridica del Cobat

Il Cobat, Consorzio Obbligatorio per la raccolta e il riciclaggio delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi, è stato istituito con l'articolo 9 quinquies del D.I. 9 settembre 1998 n. 397 convertito della legge 9 novembre 1988 n. 475, modificato dall'art. 15 della L. 39/02, ed il suo Statuto approvato con Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 16 maggio 1990 e recentemente modificato con decreto 2 febbraio 2004. Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato.

Secondo il dettato di legge, il Cobat ha il compito di assicurare la raccolta delle batterie esauste e dei rifiuti piombosi ed organizzarne lo stoccaggio, quindi cedere i prodotti stessi alle imprese che ne effettuano il recupero tramite riciclaggio, nonché il compito di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializzazione e riciclaggio di batterie esauste e rifiuti piombosi che emergono sul territorio italiano.

Il Consorzio è un ente senza fini di lucro, al quale partecipano tutti gli operatori del settore batterie al piombo, dai produttori ed importatori alle associazioni degli artigiani che ne effettuano l'installazione, dai raccoglitori ai riciclatori.

Pur essendo composto da soci privati, il Cobat svolge un rilevante compito di natura pubblica, certificato dalla presenza di rappresentanti del Ministero dell'Ambiente e del Ministero delle Attività Produttive sia nel Consiglio d'Amministrazione che nel Collegio dei Revisori.

In sostanza, l'organismo consortile adottato in Italia realizza la fusione pubblico-privato lasciando al primo la funzione di indirizzo e controllo e al secondo la responsabilità gestionale.


2. Come si finanzia il Consorzio

Il finanziamento delle attività consortili avviene attraverso:

a) i proventi del sovrapprezzo di vendita applicato sulle batterie nuove immesse in commercio, determinato con Decreto del Ministero dell'Ambiente e del Ministero delle Attività Produttive e versato al Cobat dai produttori e importatori di batterie;
b) i proventi della cessione delle batterie esauste alle imprese di riciclaggio.

Il sovrapprezzo rappresenta lo “strumento economico” indicato dalla Direttiva C.E.E. 157/91 relativa alla raccolta e riciclaggio degli accumulatori esausti, che ha consentito di trasformare un'attività di business in un'attività di servizio. Esso garantisce che la raccolta ed il recupero siano svolte anche per quantità residuali e in qualsiasi condizione di mercato. La sua applicazione, infatti, consente di sganciare l'attività di raccolta delle batterie dalla quotazione del prezzo del piombo sul mercato internazionale.


3. La raccolta delle batterie esauste in Italia

Il Cobat garantisce la raccolta delle batterie esauste sull'intero territorio nazionale, anche per quantità residuali o nei periodi di depressione del valore del piombo (quando un'attività commerciale nel settore non risulta conveniente), con soggetti incaricati. La rete attualmente operante prevede 90 raccoglitori incaricati, che sono dotati di mezzi e strutture dimensionate alle esigenze delle diverse realtà territoriali.

La legge comunitaria del 2001, approvata il 20 febbraio 2002, recependo le determinazioni del Consorzio, all'articolo 15 ha modificato la legge istitutiva del Cobat, stabilendo che tutte le imprese autorizzate in base alla normativa vigente possono esercitare le attività di raccolta delle batterie esauste e rifiuti piombosi e cedere tali rifiuti ad imprese di ogni Stato Membro della Comunità Europea.

“Chiunque detiene batterie al piombo esauste o rifiuti piombosi è obbligato al loro conferimento al Consorzio, direttamente o mediante consegna a soggetti incaricati del Consorzio o autorizzati, in base alla normativa vigente, a esercitare le attività di gestione di tali rifiuti. L'obbligo di conferimento non esclude la facoltà per il detentore di cedere le batterie esauste ed i rifiuti piombosi ad imprese di altro Stato Membro della Comunità europea” (art.9 quinquies, c.6, così come modificato dalla legge 1 marzo 2002 n.39).

Dall'entrata in vigore della legge, i soggetti non incaricati dal Consorzio che effettuano attività di raccolta di batterie esauste o di rifiuti piombosi, dovranno, in ogni caso, trasmettere una copia del MUD al Cobat, contenente tutte le informazioni relative alle batterie raccolte ed avviate al recupero.

La L. 39/02, dunque, riconoscendo appieno le finalità di salvaguardia ambientale che hanno ispirato l'istituzione del Cobat, affida al Consorzio, oltre al compito istituzionale di assicurare comunque la raccolta in ogni situazione di mercato, il compito di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializzazione e riciclaggio di batterie esauste e rifiuti piombosi che emergono sul territorio italiano, con il fine di garantire che tutto il ciclo della batteria al piombo acido avvenga nel pieno rispetto dell'ambiente e della salute pubblica.


4. I dati sull'attività del Consorzio

Dal 1992, primo anno della sua effettiva operatività, ad oggi il Cobat ha raccolto e avviato al recupero i seguenti oltre 2,5 milioni di tonnellate di batterie al piombo esauste.

Attualmente, il Cobat opera con un tasso di recupero sulle batterie esauste prossimo alla totalità rispetto all'immesso al consumo e, dopo 14 anni di piena attività ha recuperato oltre 2 milioni di tonnellate di batterie al piombo esauste.

Tale quantità è pari a 181 milioni di pezzi, che, se messi in fila uno dietro l'altro, coprirebbero la distanza di 40 mila Km, ossia il giro del mondo passando per l'equatore!

Il sistema informativo, denominato WINDecobat, ha favorito un migliore governo della rete di raccolta indirizzando in tempi più solleciti le attività del Cobat verso aree territoriali e settori merceologici di maggiore criticità operativa. Ne sono derivati sensibili incrementi nella micro-raccolta, e iniziative consortili mirate in ambito nautico, agricolo, urbano e della grande distribuzione organizzata.


5. Vantaggi ambientali ed economici derivanti dal sistema Cobat

Oggi, grazie al modello Cobat, le batterie esauste arrivano agli impianti di recupero con tutto l'elettrolita (acido solforico diluito) che viene sottoposto a processi di neutralizzazione; ciò consente di ridurre sensibilmente l'inquinamento connesso alla dispersione di un rifiuto molto aggressivo che normalmente contiene disciolti metalli tossici. Si calcola che, dall'inizio della sua attività, il Cobat ha sottratto allo sversamento nell'ambiente circa 360 milioni di litri di acido solforico diluito.

Inoltre, il metallo piombo recuperato dal riciclaggio delle batterie rappresenta oltre il 50% della produzione italiana di piombo nonché circa il 40% del fabbisogno nazionale di tale metallo.

Poiché l'Italia è un Paese importatore di piombo, la riduzione dei volumi da importare contribuisce notevolmente alla bilancia dei pagamenti nazionale.

Il piombo “secondario” è identico a quello estratto dal minerale, è riutilizzabile all'infinito ed ha anche la caratteristica di comportare per la sua lavorazione un risparmio energetico pari al 66% rispetto al piombo “primario”.


6. Il primato mondiale del Cobat: più raccolta, meno oneri

Oggi, grazie al Cobat, l'Italia è leader mondiale nel recupero di rifiuti pericolosi come le batterie al piombo esauste. Il Consorzio Italiano, infatti, vanta i seguenti primati:

a) un alto tasso di raccolta sulle batterie d'avviamento, superiore al 96% sull'immesso al consumo (risultato pressoché pari solo a 3 Paesi, di grandi tradizioni ecologiche, come Danimarca, Norvegia, e Svezia);
b) ingenti quantità assolute di batterie recuperate: nel 2004 sono state recuperate più di 191.000 tonnellate di batterie esauste;
c) elevata raccolta procapite: superiore ai 3,4 kg/abitante nel 2004.

Con il Cobat, l'Italia primeggia a livello internazionale non solo per quanto riguarda la raccolta del rifiuto batteria ma anche per i bassi costi applicati per effettuarne il recupero. In Italia, infatti, vige:

d) il più basso sovrapprezzo sulla vendita delle batterie nuove: solo 83 centesimi di euro per una batteria d'avviamento per automobile (ossia con capacità (C) da 20 - 70 Ah).

Viceversa, Paesi quali la Francia e Germania non hanno ancora emanato una legge specifica in osservanza alla Direttiva C.E.E. 157/91 ed adottano un sistema composto da grandi operatori con connotazioni fortemente commerciali, a detrimento degli obiettivi di raccolta.

Solo nel 1998 in Germania è stata emanata una ordinanza che istituisce una cauzione per tutte le batterie comprate senza la restituzione di quelle esauste. Gli unici esempi concreti provengono dalla Svezia, Danimarca, Austria, oltre all'Italia naturalmente, e dalla Norvegia, Paesi che adottano sistemi consortili simili al Cobat.


7. Conclusioni

Con la ridefinizione dell'intero sistema dei rifiuti in Italia operata dal Decreto Ronchi, il Cobat può a pieno titolo essere considerato come un precursore della gestione integrata di rifiuti pericolosi, nonché la vera soluzione al problema del recupero delle batterie al piombo esauste, considerando le alte percentuali di recupero ed i bassi costi a carico della collettività per la salvaguardia dell'ambiente naturale.

I risultati sinora conseguiti sono stati estremamente positivi per il Consorzio, che ha saputo cambiare nel tempo per adattarsi alle realtà di mercato. Il merito del Cobat è un successo dell'opera del governo Italiano, ma soprattutto degli imprenditori grandi e piccoli che spesso hanno saputo rinunciare agli egoismi d'impresa per l'interesse economico e ambientale del Paese.

Per informazioni: HILL & KNOWLTON GAIA Public Relations o Social and Environmental Communication
dott. Andrea Pietrarota Tel. 06-4404627 Fax 06-4404604 Cell.: 335-5640825 E-mail: pietrarotaa@hkgaia.com
N° Verde Cobat 800-869120 Internet: www.cobat.it E-mail: comunicazione@cobat.it

COBAT, LEGAMBIENTE e NEWSPAPERGAME, INSIEME PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE


CONCORSO PER LE SCUOLE: RICARICA LE IDEE CON COMPATIBILMENTE
COBAT, LEGAMBIENTE e NEWSPAPERGAME, INSIEME PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Compatibilmente con una pila di impegni scolastici, vorremmo che i ragazzi ricaricassero le batterie e ci raccontassero cosa pensano di un argomento di fondamentale importanza come la salvaguardia dell'ambiente.

Da questa idea nasce il nuovo progetto per gli studenti italiani lanciato dal Cobat (Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste), da Legambiente e da NewspaperGame: dall'esigenza di ascoltare pareri più freschi su quelle piccole e grandi cose che possono migliorare la vita di tutti i giorni, che si tratti del risparmio di risorse ed energia o del corretto recupero dei rifiuti pericolosi.

Dite la vostra sui tre argomenti che vi proponiamo:

LA BATTERIA DEL MONDO
Raccontate come e quanto la batteria muova il mondo contemporaneo attraverso una moltitudine di apparecchi.

RIFIUTI PERICOLOSI, TUTTI A RACCOLTA
Verificate nel vostro territorio quali sono le politiche di sviluppo sostenibile messe in atto dal Comune, con particolare attenzione al riciclo delle batterie.

RICARICA L'AMBIENTE
Puntate la penna sui comportamenti che aiutano a proteggere il nostro pianeta e l'intero ecosistema, oppure date spazio alla fantasia e lanciate una vostra iniziativa di sensibilizzazione ambientale.

Scrivete un articolo di min 1200 o max 1400 battute e partecipate a Compatibilmente. I gruppi di lavoro e i singoli studenti potranno scrivere su tutti gli argomenti e inviare anche più di un articolo per tema.

Tutti gli articoli saranno pubblicati su www.newspapergame.it e i più interessanti saranno pubblicati anche sui quotidiani che aderiscono all'iniziativa: La Stampa, Il Giornale di Sardegna, Il Tempo, Il Secolo XIX, La Gazzetta del Mezzogiorno, La Sicilia.

PER PARTECIPAREPER BASTA CLICCARE su www.newspapergame.com

La PREMIAZIONE FINALE con PIPPO BAUDO come presetnatore che si terrà nel corso del pomeriggio di SABATO 4 GIUGNO presso l'Auditorium di ROMA.


Andrea Pietrarota, Capo Ufficio Stampa e Relazioni Esterne COBAT

HILL & KNOWLTON GAIA Public Relations, Social and Environmental Communication
email: pietrarotaa@hkgaia.com

venerdì, aprile 08, 2005

Italia leader europea nel riciclo delle batterie esauste


Italia leader europea nel riciclo delle batterie esauste

Un esempio di sviluppo sostenibile: dalle batterie esauste nuova energia per l’ambiente

In Italia, il COBAT - Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste - ente senza fini di lucro istituito con legge dello Stato, può essere considerato a pieno titolo come precursore del sistema integrato nella gestione dei rifiuti e la giusta soluzione al problema delle batterie al piombo esauste, che sono quelle utilizzate per tutti i tipi di automezzi. Il più importante risultato del Consorzio è la percentuale di raccolta delle batterie esauste: l’Italia in questo settore si pone al primo posto in Europa con un tasso superiore al 96% sull’immesso al consumo, una posizione che ci allinea ai Paesi europei di alta tradizione ambientale come Svezia, Norvegia e Danimarca.
Il secondo primato è rappresentato dai bassi costi applicati per effettuare la raccolta e il riciclo degli accumulatori esausti. In Italia, infatti, vige il più basso sovrapprezzo sulla vendita delle batterie nuove, notevolmente inferiore a quello applicato nei Paesi nordici: solo 83 centesimi di euro su una media batteria d’avviamento d’automobile.
Il merito del COBAT è un successo dell’opera del Parlamento italiano, ma soprattutto degli imprenditori grandi e piccoli che hanno saputo rinunciare agli egoismi d’impresa per l’interesse generale del Paese. A loro non può che andare il riconoscimento per le intelligenti politiche ambientali intraprese di cui il COBAT è il braccio operativo.
L’anno scorso in Italia sono state raccolte oltre 191 mila tonnellate di batterie, pari a circa 16 milioni di singoli pezzi.
Da un punto di vista regionale, la Lombardia, con più di 33 mila tonnellate, è la regione che in assoluto ha raccolto le maggiori quantità di batterie esauste, seguita subito dopo dal Veneto (più di 20mila ton.), e dal Piemonte (più di 19mila ton). Al centro è stato il Lazio la regione con la maggiore raccolta (quasi 16mila ton.), mentre al sud sono state la Campania (circa 15mila ton) e la Sicilia (quasi 13mila.). Tra le regioni più “virtuose”, che vantano le migliori raccolte pro-capite si segnalano l’Emilia Romagna con quasi 5 kg raccolti per abitante, quindi il Friuli V. Giulia e le Marche , con più 4 kg/abitante, risultati superiori alla raccolta nazionale che si attesta a 3,36 kg/abit.
Grazie al riciclo di questa “montagna” di batterie è stato evitato lo sversamento nell’ambiente di oltre 30 milioni di acido solforico, si sono recuperate 10 mila tonnellate di plastica polipropilene e ben 110 mila tonnellate di piombo, metallo che per lo più l’Italia importa dall’estero. Per l’economia nazionale ciò ha significato un risparmio pari a oltre 76 milioni di euro.
Oggi il COBAT si segnala, nel mondo, tra i consorzi più attivi sul fronte della salvaguardia ambientale. Basti pensare che il Consorzio italiano ha recentemente conseguito sia la Certificazione per la Qualità dei servizi offerti la UNI EN ISO 9001:2000, sia la certificazione, del Sistema di Gestione Ambientale secondo lo standard internazionale, UNI EN ISO 14001:1996 (International Organization for Standardization). Concludendo, con le parole dell’ing. Giancarlo Morandi, Presidente del COBAT, possiamo affermare che “ il COBAT realizza un circolo virtuoso in cui la tutela dell’ambiente s’incontra con il recupero di risorse, la salvaguardia della salute collettiva e con il risparmio economico. Possiamo dire - ha concluso l’ing. Morandi - che il nostro Consorzio rappresenta un esempio concreto di sviluppo compatibile, tanto che oggi veniamo presi d’esempio da numerosi Paesi esteri”.
Andrea Pietrarota Capo Ufficio Stampa e relazioni Esterne COBAT